L’impatto del doping sullo sport

La sera prima di gara 5 della finale, Michael Jordan mangiò una pizza e si beccò una intossicazione alimentare. Volle scendere ugualmente in campo e segnò 40 punti. È questo il doping del campione vero: la voglia di giocare.”

Spike Lee

Con questa citazione noi di SportGang vorremmo aprire il tema focus di questo articolo: il doping. Da sempre argomento molto caldo per tutti gli appassionati di sport, il doping non fa altro che andare a ledere quelli che sono i fondamentali dello sport in tutte le sue sfaccettature: impegno, dedizione, sacrificio e passione. 

Il fenomeno del doping nel mondo negli ultimi anni è cresciuto costantemente, basti pensare alle Olimpiadi 2021 le quali, a causa di una serie di squalifiche legate al tema in oggetto, sono state soprannominate anche come “Olimpiadi del Doping”. Noi di SportGang, crediamo che per minare questa crescita bisogni attuare un piano di educazione verso i giovani sportivi (e non solo) e riprendere i fondamentali che stanno alla base di tutti gli sport.

Per fare ciò, abbiamo realizzato un reportage sul doping nel quale andremo a illustrare i numeri del doping in Italia e nel mondo, riportando storie di atleti passati e presenti che sono stati vittime e/o carnefici del proprio destino. Infine, abbiamo riportato le ultime azioni messe in campo da enti e federazioni per contrastare il doping.

Le statistiche del doping in Italia

Facendo riferimento al nostro paese, in Italia gli sport che hanno presentato il maggior numero di positivi (rapporto n° atleti controllati/n° positivi) negli anni dal 2003 al 2020 sono stati: il ciclismo per il 6%, rugby per il 5.5%, il tiro al segno per il 15%, il powerlifting per il 14.3% e il Crossfit per il 16.7%.

In questo arco temporale la presenza di atleti dopati è stata sostanzialmente costante, a parte la presenza di tre picchi rispettivamente nel 2007, 2009 e 2012:

Per quanto riguarda la distribuzione geografica, i valori percentuali delle analisi effettuate dimostrano che vi sia una presenza più marcata nel Centro Italia, nel Sud nelle Isole. Dati particolarmente significativi sono stati registrati rispettivamente nel 2008 (8.2%) e nel 2010 (9%):

Anni200320042005200620072008200920102011201220132014201520162017201820192020Totale
Nord0.92.31.92.52.32.22.43.63.53.12.22.61.91.71.82.52.01.62.4
Centro4.73.81.72.63.48.23.73.62.73.83.65.52.72.21.41.84.44.83.5
Sud e Isole3.12.32.62.03.53.64.89.02.63.93.65.05.05.04.11.81.91.63.7
Totale2.72.72.02.42.84.13.24.83.13.42.84.12.92.72.52.22.72.33.0
Distribuzione delle positività negli anni secondo
la ripartizione geografica: valori percentuali

La fascia di età che presenta il maggior numero di atleti dopati è quella 29-33 (6.1% di positivi) seguita dalle fasce 39-44 e >44 (5.9%):

Classi di etàAtleti positivi(n)Atleti positivi(%)Numero
atleti
controllati
Rapporto atleti positivi / atleti
controllati (%)
< 19111.11031.0
19 – 23333.31442.1
24 – 28111.1651.5
29 – 33222.2336.1
34 – 3800150
39 – 43111.1175.9
≥ 44111.1175.9
Totale9100394*2.3
Distribuzione degli atleti controllati e risultati positivi secondo la classe di età: valori assoluti
e percentuali

Se si va a effettuare un’analisi basata sulla distribuzione in base al genere, invece, non è stata rilevata alcuna differenza significativa tra i risultati ottenuti: è stata riportata difatti una percentuale di positività del 2.4% per gli uomini e del 2% per le donne. 

2021

Nei primi sei mesi del 2021, sono stati eseguiti 461 controlli su atleti diversi e 16 sono risultati positivi a una o più sostanze vietate per doping. (l’indice di positività è pari al 3.5% degli atleti testati) Il numero totale di atleti maschili sottoposto a esami è pari a 264 individui, mentre per le atlete il numero d’individui corrisponde a 197.

In termini di genere, il rapporto di positività corrisponde al 4.9% per gli atleti di sesso maschile mentre per il sesso femminile il rapporto di positività è pari al 1.5%. Gli sport in cui sono stati eseguiti il maggior numero di controlli nei primi sei mesi del 2021 sono:

  • Ciclismo (90 atleti controllati);
  • Atletica leggera (41 atleti controllati);
  • Handball (32 atleti controllati).
SportAtleti controllatiAtleti positivi%
FCI – Ciclismo903*3.3
FPI- Puglistica Italiana30310
FIPE – Federazione Italiana Pesistica12325.0
FIPL – Powerlifting82**25.0
FIDAL – Atletica leggera411***2.4
FIGH – Handball3213.1
FIGC – Calcio241*4.2
FITARCO – Tiro con l’arco1218.3
FIK – Karate8112.5

In termini di distribuzione degli atleti controllati per range di età, le categorie con i valori più alti sono:

  • Atleti con 44 o più anni: 8.8%;
  • Atleti dai 29 ai 33 anni;
  • 5.3 % Atleti dai 24 ai 28 anni: 3.3 %.
Classi di etàAtleti positivi(n)Atleti positivi(%)Numero
atleti
controllati
Rapporto atleti positivi / atleti
controllati (%)
< 1916.31250.8
19 – 23318.8963.1
24 – 28212.5613.3
29 – 33318.8575.3
34 – 3816.3412.4
39 – 4316.3244.2
≥ 44531.3578.8
Totale161004613.5

Le Olimpiadi di Tokyo

Nel mondo, il fenomeno del doping è decisamente più impattante rispetto che nel Bel Paese. Basti pensare che le Olimpiadi di Tokyo 2020 (tenutesi nel 2021 a causa del Covid) sono state soprannominate da Hajo Seppelt “Le Olimpiadi del Doping” a causa del consistente numero di squalifiche a esso associate. 

Facendo riferimento a tutti gli eventi sportivi in assoluto a livello mondiale, si è scoperto che i paesi col più alto numero di squalifiche sono: India, Russia e USA.

Nel caso specifico delle Olimpiadi di Tokyo, indubbiamente, il caso che ha fatto più scalpore è stato quello della Federazione Russa: alle Olimpiadi del Sol Levante gli atleti russi non hanno potuto partecipare con la loro bandiera e accompagnati dal loro inno nazionale ma sono stati presentati sotto l’acronimo inglese ROC (corrispettivo CONI Italiano). Questa sanzione è stata attuata in seguito alla scoperta di diversi casi di doping sistematico, spesso definito come “doping di stato”.    

Storie di Doping

Alle Olimpiadi del 1904 il maratoneta statunitense Thomas Hicks risultò positivo alla stricnina e, anche se all’epoca non venne squalificato poiché un regolamento antidoping non era ancora presente, questo può essere assunto come il primo caso nella storia di doping. 

Altro tragico scandalo avvenne nel 1960 con la morte dell’atleta danese Knud Enemark: il ciclista fu vittima di una caduta durante la gara, dovuta alla presenza troppo ingente di stimolanti nel corpo. 

Lo scandalo Valieva

Tornando ai nostri tempi, l’ultimo scandalo legato al doping riguarda Kamila Valieva, pattinatrice Russa del 2006, già vicecampionessa nazionale nel 2021 e campionessa mondiale juniores nella stagione 2019/20. 

L’atleta è risultata positiva al test antidoping durante le Olimpiadi invernali di Pechino 2022.  Lo scalpore della storia è collegato direttamente alla giovane età della ragazza, appena quindicenne.  Il caso Valieva è stato complesso da giudicare siccome gli atleti sotto i 16 anni, a seguito del nuovo regolamento WADA 2021, sono soggetti tutelati e perciò persone “protette”. 

Il CIO (Comitato Olimpico Internazionale) chiese la sospensione della giovane, richiesta poi respinta dal Comitato Esecutivo del Comitato Olimpico Internazionale, il quale sostenne che la sospensione della ragazza le avrebbe causato un “danno irreparabile”.  A ogni modo, se l’atleta si fosse classificata fra le prime tre vincitrici della gara individuale femminile, non si sarebbe svolta nessuna cerimonia floreale né di consegna della medaglia.

Misure recenti per contrastare il doping

Nel 2021 sono state introdotte delle novità dal Codice Mondiale Antidoping WADA (World Anti Doping Agency). Sono stati introdotti dei Nuovi Standard Internazionali, in particolare l’International Standard for Education, finalizzato allo sviluppo di programmi di educazione e formazione antidoping.

È stata introdotta la categoria Atleta Ricreazionale e ridefinito il caso della Persona Protetta. In particolare, per essere classificata come quest’ultima, un Atleta o un’altra Persona nel momento dell’infrazione della normativa antidoping non deve:

  • Aver raggiunto l’età di sedici (16) anni;
  • Aver raggiunto l’età di diciotto (18) anni e non essere incluso in alcun elenco RTP (Registered Testing Pool) e non aver mai partecipato ad eventi internazionali in una categoria open; 
  • Per ragioni diverse dall’età, non avere capacità giuridica ai sensi della legislazione nazionale applicabile.

Per quanto concerne il corretto giudizio di un possibile caso di doping, è stato introdotto anche l’International Standard for Results Management (ISRM), un documento relativo a obblighi standard internazionali che hanno lo scopo di definire le responsabilità fondamentali delle organizzazioni antidoping rispetto alla gestione dei risultati ottenuti.

Conclusione

Giudicare le dinamiche, le motivazioni e le situazioni che portano diversi atleti a scegliere di utilizzare deliberatamente sostanze dopanti non è mai un compito semplice e non è nemmeno il focus di questo nostro reportage. Le statistiche e i dati mostrano come questo fenomeno in Italia continui ad essere una tematica viva e a cui è assolutamente necessario prestare le giuste attenzioni e risorse.

Noi di SportGang siamo convinti che “conoscenza equivale a potere”. Nella maggior parte dei casi, gli atleti utilizzano sostanze dopanti in maniera consapevole, tuttavia, esistono anche casi di “contaminazione” in cui gli atleti assumendo bevande, pasti o spuntini introducono in maniera non voluta sostanze dopanti.

Nel caso integratori sportivi, è importante non prestare attenzione unicamente al prezzo e andare alla ricerca delle offerte più vantaggiose online ma è importante sapere il perché si sta comprando un determinato integratore ed è ancora più importante sapere che quel determinato prodotto è un valore aggiunto, sicuro e di qualità per la nostra salute.

Informiamoci e informiamo le persone a noi vicine. Combattiamo le zone d’ombra che spesso vengono utilizzate dal doping come porta d’entrata nella vita degli atleti. Non facciamoci attrarre dalla semplicità e dalla velocità.

Conoscenza equivale a potere.

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