Oscar Ailbeiro Figueroa Mosquera, è considerato il più grande weightlifter colombiano di tutti i tempi. Nacque il 27 aprile del 1983, in Zaragoza – Colombia. Ha sostenuto la maggior parte delle competizioni nella categoria di peso dei 62 kg.
Cresciuto in un quartiere difficile, abbracciò il mondo della pesistica per provare a dare una svolta alla propria vita. Cominciando ad allenarsi, il suo sogno più grande divenne quello di vincere una medaglia d’oro. Il potenziale di Oscar lasciò tutti senza parole: il primo giorno di allenamento imparò a praticare il clean&jerk e lo snatch.
Qualsiasi movimento al bilanciere sembrava riuscirgli senza troppa difficoltà. Giorno dopo giorno, allenamento dopo allenamento, il sogno di Oscar sembrava diventare sempre più un qualcosa di reale. Gli anni passarono e il talento continuò a crescere. La dedizione e i sacrifici portarono Oscar Figueroa alle Olimpiadi di Atene.
La carriera Olimpica
La prima apparizione nel panorama Olimpico, arrivò per Oscar Figueroa nel 2004, con le Olimpiadi di Atene. Fu un esordio di tutto rispetto: partecipando nella categoria 56 kg, si classificò al quinto posto, con un totale di 280 kg sollevati sommando il peso del clean&jerk e dello snatch (125 kg per lo snatch e 155 per il clean&jerk).
Olimpiadi di Beijing
Arrivò la chiamata per le successive olimpiadi, quelle del 2008 a Beijing, in Cina. La gara fu un totale disastro. Scelse di entrare in gara con un peso di 128 kg per lo snatch ma non riuscì nei tre tentativi da regolamento a completare l’alzata. Al terzo tentativo, si infortunò alla mano destra, obbligandolo al ritiro dalla competizione. Sceso dalla pedana scoppiò in lacrime dal dispiacere.
Subito dopo l’esperienza amara in Cina, venne a conoscenza di un fatto che scosse la sua vita. Gli venne diagnosticata un’ernia cervicale a livello del C6-C7. Questo tipo di ernia si produce per “usura” del disco e spesso è correlata a traumi cervicali derivanti dal cosiddetto “colpo di frusta”.
Tutto questo significava per Oscar il rischio di diventare tetraplegico. Fu un momento di sconforto profondo. Tutto il lavoro di una vita sembrava vanificarsi: il sogno di vincere una medaglia d’oro era lontano come mai prima di allora.
La resurrezione
Dopo quei momenti di profonda crisi, decise che il momento di ritirarsi non era ancora giunto. Si sottopose a un intervento chirurgico molto delicato, in una zona piena di nervi. L’intervento durò tre ore e fu un successo totale. Oscar Figueroa tornò ad allenarsi, sognando Londra e la medaglia Olimpica.
Olimpiadi di Londra
Oscar Figueroa si presentò in pedana in splendida forma. Cominciò la propria gara con 137 kg di snatch e chiuse l’alzata al primo tentativo. Al secondo tentativo migliorò il punteggio in gara e sollevò 140 kg in snatch. All’ultimo tentativo provò i 142 kg ma fallì.
Si presentò in pedana per il clean&jerk con 177 kg ma al primo tentativo fallì l’alzata. Venne il secondo tentativo ma anche qui non riuscì a concludere l’alzata. Fece rimanere tutti col fiato sospeso: se avesse compiuto con successo la terza alzata si sarebbe garantito la medaglia d’argento. Salì in pedana con lo sguardo basso e con la concentrazione a livelli inconcepibili. Spolverata di magnesite sulle mani per avere una migliore presa e si portò al bilanciere.
Cominciò la fase di alzata e riuscì a portare il bilanciere all’altezza delle clavicole. Sistemò la presa, prese un profondo respiro e si lanciò sotto il bilanciere: lo stadio era in delirio, Oscar riuscì a chiudere l’alzata al terzo tentativo e conquistò la medaglia d’argento.
La preparazione alle Olimpiadi di Rio
Rientrato in Colombia, Oscar, durante le interviste disse poche parole e tra queste ritornavano spesso le seguenti:”posso vincere l’oro a Rio”. Durante la preparazione per l’evento Olimpico, Oscar cominciò a sentire un dolore costante a una spalla. Quel dolore alla spalla si trasferì poi alla schiena.
La notte aveva difficoltà nel dormire: la schiena stava dando seri problemi.
Lo spettro di Pechino tornava a farsi vivo. Decise di operarsi nuovamente ma questa volta, oltre alla schiena, ci fu come ostacolo anche il tempo. Restavano solamente sei mesi prima delle Olimpiadi di Rio.
Olimpiadi di Rio
Furono mesi difficili quelli che accompagnarono Oscar Figueroa alle Olimpiadi di Rio. La preparazione fu devastante e la paura non fu da meno. Non sapeva se avrebbe raggiunto il suo sogno ma voleva la medaglia d’oro più di qualsiasi altra cosa.
Venne il momento di partire per Rio e la tensione era alle stelle. Sulla pedana si respirava tutta l’incertezza del caso: nessuno sapeva chi effettivamente avrebbe vinto quella edizione. Oscar si portò in pedana per cominciare la propria Olimpiade. 137 kg fu il primo peso che riuscì a portare a termine con lo snatch. Nella seconda alzata migliorò il peso sollevando 142 kg. La terza alzata di 145 kg non fu conclusa.
Arrivò il momento del clean&jerk e Oscar si presentò in pedana con 172 kg. Il primo tentativo fu valido. Si ripresentò in pedana con 176 kg sul bilanciere: se fosse riuscito a concludere l’alzata avrebbe conquistato l’oro Olimpico. Sali in pedana e si mise a urlare, guardò il pubblico e poi si fece serio. Con sguardo deciso si portò al bilanciere e concluse con successo l’alzata. Crollò in ginocchio, scoppiò a piangere e portò le braccia al cielo.
Oscar Figueroa vinse la medaglia d’oro nella categoria di peso di 62 kg, con un totale di 318 kg, stabilendo il proprio record personale.
La folla era in delirio: tutti conoscevano la storia di Oscar e dei propri sacrifici. Lo stadio era completamente in piedi per lui. Tutti quei pianti, tutte quelle sessioni di allenamento massacranti, tutti quei sacrifici in quel momento pesavano un pò meno. In quel momento Oscar aveva raggiunto il proprio scopo. Aveva continuato a fallire finché non arrivò il giorno della rivalsa.