Il calisthenics è una disciplina sportiva che si basa su esercizi a corpo libero e può essere svolta con pochissimi attrezzi sportivi o addirittura senza.
Eredita molti esercizi e modalità di allenamento dalla ginnastica come gli anelli ed esercizi alla sbarra.
E’ uno sport ancora relativamente giovane in Italia e per questa ragione abbiamo deciso di intervistare Ilario Zacchini, atleta e coach di questa disciplina.
Come per la scorsa intervista, SportGang racconta: la scena italiana dello skateboard, abbiamo scelto di intervistare una persona che vive questo sport a 360°.
L’obiettivo di questa intervista non è quello di dare definizioni su cosa sia o meno il calisthenics ma piuttosto di far raccontare punti di vista e riflessioni di chi vive questa disciplina da parecchi anni.
Cominciamo!
Partiamo dalle domande banali: come hai iniziato?
Nel 2014 navigando su facebook e youtube, ho cominciato a vedere video di calisthenics e pian piano mi sono sempre più incuriosito.
Guardavo i video di Hannibal King e Frank Medrano e rimanevo letteralmente senza parole.
Sembravano 2 extraterrestri, facevano cose che non avevo mai visto fare prima di allora: esercizi talmente spettacolari che nella mia testa credevo fossero impossibili da replicare.
Così, senza nessuna aspettativa, ho cominciato ad allenarmi e a provare alcuni degli esercizi che vedevo in questi fantomatici video su Youtube.
Come per ogni sport emergente che si rispetti, il materiale su cui basarsi non era molto: vedevo si i video di questi atleti fenomenali ma non si trovava granchè su come approcciarsi al calisthenics da neofita.
Come ti sei regolato con gli allenamenti?
Inizialmente è stato un continuo testare, sbagliare e adattare su me stesso. Usavo questi pochi video come tutorial e da li mi sbizzarrivo.
Cercavo informazioni online su come scalare gli esercizi, su come trovare le giuste progressioni e su come migliorare.
Sono stati anni di ricerca e studio costante che mi hanno lasciato un grande bagaglio esperienziale.
In queste ricerche in rete mi sono imbattuto nei primi coach online e mi sono affidato a queste persone.
Normalmente la propria scheda di allenamento cominciava con dei piccoli test, per valutare il proprio livello e per capire su quali aspetti lavorare maggiormente.
Solitamente erano schede mensili o al massimo bimestrali, con un confronto abbastanza ricorrente.
Mandavo dei video sulle esecuzioni e ricevevo indicazioni su come migliorare o su piccoli accorgimenti per innalzare il livello qualitativo degli esercizi.
Posso dirti che come in tutte le cose, ho trovato realtà più o meno serie. Da tutte queste programmazioni ho sempre “portato a casa” comunque delle esperienze positive.
Quello che consiglio sempre anche ai miei allievi è di avere sempre un occhio critico.
Cosa significa questo?
Di non valutare una scheda di allenamento come se fosse una fonte di informazioni impeccabile ma di seguire sempre le proprie sensazioni.
Tutti i giorno di allenamento non sono uguali e tutti i giorni non si è al top della forma. Ascoltare il proprio corpo e le sensazioni che si provano durante un determinato esercizio è una parte fondamentale dell’allenamento,
É la parte in cui si sviluppa la sensibilità allo sport, in cui si capisce quando seguire alla lettera quello scritto nella programmazione e quando invece è meglio scalare una ripetizione o prendersi una giornata di riposo
In termini di lungo periodo, sviluppare questa sensibilità porta a grandissimi risultati.
Dal 2014 ad oggi cosa è cambiato?
Il calisthenics abbiamo detto che è spettacolare da vedere, “scenico” se vuoi. Grazie a questo aspetto, col passare degli anni ha sempre più attratto i giovani. Col crescere dei social e della loro importanza nella vita di tutti i giorni (inteso che fanno sempre più parte delle nostre viste), il calisthenics è riuscito ad arrivare a un pubblico maggiore.
I video che un tempo erano scarsi ora è impossibile starci dietro.
Con questa diffusione di notorietà, sono aumentati anche i “parchetti” per praticare calisthenics all’aperto.
Si trovano solitamente in quasi tutte le più grandi città d’Italia e sono composti da rack, parallele e raramente anelli.
Cosa vedi di “sbagliato” in chi si approccia oggi al calisthenics?
La fretta!
Tantissime persone si approcciano al calisthenics oggi e “domani” vogliono già volare su quella sbarra.
La “fame” è fondamentale per progredire ma spesso sfocia in una irrefrenabile voglia di fare che porta solo ad un allontanamento prematuro da questo sport.
Questa voglia di fare spesso e volentieri si traduce in infortuni. Esiste una scheda di allenamento e questa scheda tiene conto del volume e dei carichi che l’atleta dovrà affrontare.
Se per “arrivare prima” un atleta aggiunge esercizi extra, nel breve periodo potrebbe anche avere ragione. Ovviamente più si pratica e più si migliora.
Quello che manca all’atleta è la visione generale della programmazione.
Il programma serve per sostenere una crescita che possa durare nel tempo. Il mio obiettivo di quando preparo la scheda ad un nuovo atleta è quello di farlo innamorare del calisthenics e di accompagnarlo in questo sport per lungo tempo senza che compaiano problemi fisici.
Lo dico per esperienza diretta. Tutti gli atleti che come me hanno cominciato senza che ci fossero programmi o informazioni approfondite sul mondo del calisthenics, ora si portano dietro tendiniti o infortuni spiacevoli.
Come si diventa insegnante di calisthenics?
La questione di come si diventa istruttore per questa disciplina è molto delicata. Per farla breve e per arrivare al succo del discorso, viene seguito un corso di due giornate e da li si riceve l’attestato.
La domanda che in molti mi fanno è: quindi con 2 sole giornate di corso si diventi insegnanti di una disciplina sportiva?
La mia risposta è assolutamente no.
Si diventa coach dopo l’attestato ma quello che ti rende realmente un allenatore valido sono gli anni di esperienza, gli studi, la passione per questo sport, l’empatia di saper trattare con gli atleti e soprattutto sapere di cosa si sta parlando.
Sono convinto che per spiegare determinati movimenti o determinate modalità di allenamento, non sia sufficiente la sola teoria. É fondamentale aver provato determinate sensazioni per poterle raccontare e trasmettere a fondo.
L’attestato di 2 giorni, fornisce una certificazione. Quello che alla fine ti differenzia e ti qualifica è l’esperienza, il grado di formazione e la passione che metti in quello che fai.
Tu come gestisci un atleta che ti contatta per iniziare?
Solitamente vengono contattato su Instagram e tutto comincia dall’inquadramento della persona che mi contatta.
Eseguo una piccola analisi, dove vado a identificare: lo stato di salute generale della persona, il livello di fitness e di esperienza con altri sport e la presenza eventuale di infortuni in corso o pregressi.
Una volta recepite le prime informazioni, lascio dei test per valutare la forza della persona e per poter preparare una programmazione personalizzata.
Generalmente questi test vengono eseguiti sulle trazioni e sui piegamenti a terra e altri esercizi definito di base.
Unendo il risultato delle prove fisiche con il primo quadro generale, arriva il confronto decisivo prima di stendere la programmazione.
Mi confronto con la persona per capire la disponibilità oraria e che cosa vuole ottenere dal calisthenics. Molte persone arrivano con un’idea già chiara: vorrei imparare le skills, vorrei provare verticalismo e così via.
In base alle risposte ricevute, viene studiato e preparato un percorso che viene somministrato su base mensile o bimestrale.
La programmazione viene ipotizzato su un periodo più ampio e generalmente di 6 mesi ma per semplificare il lavoro alla persona, il programma viene diviso in schede mensili.
Solitamente richiedo almeno 3 allenamenti settimanali e la durata dipende dalla disponibilità data in fase di colloquio: il tempo minimo è di un ora e solitamente per chi ha più tempo non do mai schede che superino le 2 ore.
Durante la fase di programmazione il confronto con l’atleta diventa continuo e necessario: chiedo dei video sulle esecuzioni, chiedo dei feedback sui lavori e rimango a stretto contatto.
Questo perchè i primi mesi sono quelli fondamentali: chi comincia ha solitamente più bisogno di attenzioni per non incappare in esecuzioni errate e per non sentirsi “abbandonato”.
Statisticamente i primi mesi sono quelli dell’abbandono e la colpa non è sempre di chi decide di smettere.
Servono attenzione e i giusti input per permettere ad una persona di conoscere questo fantastico mondo e per avere risultati.
E se qualcuno volesse cominciare calisthenics e allenarsi principalmente a casa?
Quando vengo contattato, spesso dall’altra parte trovo persone interessate a cominciare ma senza nessuna attrezzatura o senza nessun parchetto per allenarsi nelle vicinanze.
Un punto di forza di questo sport è che non richiede grande attrezzatura e quella richiesta non è eccessivamente costosa.
Esistono varie fasce di prezzo ma solitamente consiglio di stare su una fascia media, giusto per avere un’attrezzatura valida senza spendere una follia.
Consiglio inoltre di cominciare con le sbarre che si “incastrano” tra le porte, per 2 ragioni.
La prima è il costo: viaggiamo dai 40 ai 60 €. La seconda ragione è che si tratta di una soluzione poco ingombrante e indicata per chi ancora non sa se il calisthenics diventerà il proprio sport principale.
Oltre alla sbarra, che vuole iniziare un pò più convinto, indico anche delle parallele (siamo sempre sui 50/60 €).
Come ultimo elemento chiedo delle semplici bande elastiche.
Spendendo circa 100 € è possibile avere un’attrezzatura “base” per cominciare ad allenarsi.
Una volta che l’interesse diventa passione, si può eseguire l’upgrade ad attrezzatura più costose ed efficienti.
Ultima domanda: perchè calisthenics? Perchè è il tuo sport?
Calisthenics è un po amore e odio. É amore perchè ti da una sensazione di forza incredibile: un giorno sei lì che ti guardi i video di atleti che ti sembrano incredibili e mesi dopo ti trovi a fare anche tu alcuni di quegli esercizi; è una cosa indescrivibile, sembra quasi di stare senza gravità.
É amore perchè il calisthenics è anche aggregazione gruppo: ci si trova al parchetto, ci si allena in gruppo e ci si diverte con altre persone; è il divertirsi in modo genuino!
É odio invece, perchè richiede tanta pazienza. Arrivano molti giorni in cui si provano determinati movimenti ma sembra di non fare progressi e di buttare via solamente tempo e energie.
É odio perchè per alcuni movimenti servono mesi o addirittura anni di duro allenamento.
Guardando il tutto da un punto di vista più ampio ti dico che lo amo proprio per questo: perchè ti chiede tanto, ti richiede molta pazienza e concentrazione ma quello che ti ridà indietro varrà 1000 volte il prezzo del biglietto.
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